E se il futuro della moda fosse genderless?

I consumatori della Generation Z, futuro del mercato, stanno mostrando un atteggiamento più fluido e inclusivo nei confronti del gender identity che si oppone ai pregiudizi estetici di una società basata su un sistema di genere binario.

La moda da sempre si fonda su un sistema binario di genere, basato sulla distinzione tra moda uomo e moda donna. Come lo è la società, di cui essa è espressione estetica. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un dibattito sociale che sta scuotendo fortemente questa visione tradizionalista, a favore invece del concetto di identità di genere. I confini tra mondo femminile e maschile, specie nella Generation Z, stanno diventando sempre più fluidi, e l’espressione della propria individualità comincia a prevaricare su un sistema rigidamente definito e stereotipato. Tali cambiamenti sociali hanno portato molti brand, e in un certo senso l’intero fashion system, a considerare il concetto di “genderless”. C’è addirittura chi è convinto che la moda genderless sarà il futuro del fashion. Ma cosa si intende esattamente per moda genderless? Come può il fashion system adattarsi a questa nuova visione sociale inclusiva?

Per comprendere al meglio il concetto di moda genderless, occorre innanzitutto fare un po’ di chiarezza tra i vari concetti. Alla base c’è il sesso assegnato alla nascita, che è quello su cui è stato basato il sistema binario sociale tradizionale; a questo si aggiungono però gender identity, gender expression e orientamento sessuale. L’identità di genere si riferisce a come l’individuo considera se stesso in relazione al gender (maschile, femminile, entrambi…), e può coincidere o meno con il sesso assegnato alla nascita; con gender expression si indica l’apparenza esteriore e l’insieme di comportamenti, abbigliamento, hairstyle e voce; infine abbiamo l’orientamento sessuale, che si riferisce all’attrazione sessuale dell’individuo a persone di sesso opposto, dello stesso o entrambe. All’interno di questo quadro, la parte che interessa la moda è il gender expression.

L’espressione esteriore della propria identità di genere è stata sempre ostacolata da pregiudizi estetici sociali. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, abbiamo assistito a un notevole cambiamento nella moda. Questo perché i consumatori più giovani, quindi il futuro del mercato, hanno mostrato un atteggiamento più fluido e inclusivo nei confronti di gender identity al di fuori dell’imposizione binaria.

Secondo alcune recenti ricerche, i consumatori appartenenti alla Generation Z spesso acquistano indumenti al di fuori dell’area gender a loro assegnata. Questa tendenza ha portato molti brand e retailer a ripensare i canoni del settore e introdurre delle linee di abbigliamento più inclusive, dal genere neutro. Le stesse collezioni create da importanti stilisti o proposte nei maggiori retailer (es. Zara, H&M…) propongono un nuovo stile, dove i confini tra abbigliamento maschile e femminile si fanno sempre più labili. Si potrebbe obiettare che un simile concetto sia sempre esistito, infondo: parliamo dei capi unisex, adatti sia a uomini, sia a donne. Eppure la differenza nel linguaggio è emblematica. Il termine unisex fa riferimento a indumenti che non sono fatti per un tipo specifico di corpo e si adattano a tutti. Inoltre, unisex pone l’accento sul sesso della persona, e non sul genere. Sesso e orientamento sessuale non definiscono l’identità di genere e la sua espressione estetica. Proprio a queste ultime, invece, fa riferimento il concetto di moda genderless. Essa propone uno stile in movimento, che abbandona rigide categorizzazioni e diventa strumento di espressione individuale. Nel concreto, questa ideologia si esprime in collezioni dallo stile minimal e gender-fluid pensate per entrambi i sessi, ma anche in un tipo di look che distrugge i canoni. Parliamo dell’uomo androgino e della donna tomboy, decisamente presenti sulle passerelle di grandi firme come Dior, Gucci, Prada e altre ancora.

In breve, per diventare genderless, la moda dovrebbe gradualmente abbandonare la categorizzazione binaria che la caratterizza praticamente da sempre. Un fardello da cui potrebbe essere difficile liberarsi. Ma cambiamenti epocali, nella moda, ci sono già stati. Alcune tendenze vanno e vengono. Altre invece sono destinate a cambiare la moda stessa. Pensiamo ai pantaloni, prima severamente capi maschili, oggi sono indossati senza troppi scandali dalle donne. Oppure alle minigonne, che hanno rivoluzionato la moda femminile. Se ci concentrassimo sui cambiamenti sociali nella contemporaneità, vedere la moda genderless come naturale evoluzione del fashion system nel futuro non sarebbe del tutto azzardato. Al momento, però, i confini tra moda maschile e femminile sembrano ancora ben delineati. Ma la sensibilizzazione di stilisti e retailer al gender neutral è iniziata e sarà probabilmente difficile arrestarla.

Di Debora Lupi

Photo by Kelly Searle on Unsplash


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