Intervista ad Alessia e Cristian, fratelli nel fashion al timone di Universal Shop

Storia di una boutique e della passione per la moda di due generazioni, dal 1973.

Universal Shop Negozio Uomo

Universal Shop non è soltanto una boutique. Universal Shop è la storia di una famiglia e della sua passione per la moda. Una storia lunga quasi mezzo secolo, fatta di sogni, esperienza e traguardi. È il 1973 quando Marisa Stipa decide di realizzare il sogno di aprire un negozio tutto suo presso Villa Rosa di Martinsicuro, in Abruzzo. La passione per la moda di Marisa viene poi ereditata dai suoi figli Alessia e Cristian Valà, che in seguito sostituiscono la madre al timone dell’azienda.

 

Oggi Universal Shop conta due punti vendita, uno dedicato al settore femminile e seguito da Alessia, l’altro dedicato a quello maschile e seguito da Cristian.

Quest’ultimo, nel 2007, comincia ad affiancare alla vendita diretta presso i negozi, anche quella online.

Tuttavia, solo nel 2020, anno della pandemia e dei lockdown, Cristian e Alessia intuiscono quanto l’industria della moda, in particolare Universal Shop, debba puntare sull’ e-commerce per superare le difficoltà che il settore sta attraversando. Comincia allora una nuova fase per la boutique e per i due proprietari, fatta di sfide e determinazione, di tradizione e avanguardia. Una fase raccontata nell’intervista ad Alessia e Cristian, i fratelli nel fashion al timone di Universal Shop.

Come nasce Universal Shop?

Universal Shop nasce dal sogno dei nostri genitori di aprire un negozio tutto loro. In particolare è stato un desiderio di nostra madre, proveniente da una famiglia di commercianti. Lei ha voluto optare per un negozio di abbigliamento, aperto nel 1973. Noi abbiamo deciso di proseguire questo sogno, che è poi diventato anche il nostro.

Universal Shop vanta una storia di quasi 50 anni e vede susseguirsi al timone due generazioni della stessa famiglia. Si sa che i figli ereditano molte idee dai propri genitori, ma talvolta hanno anche un atteggiamento ribelle.

Quali modifiche sono state introdotte con il passaggio del testimone?

Con il passaggio del negozio a noi, abbiamo cercato di apportare delle novità. Innanzitutto c’è stata l’introduzione in negozio di nuovi brand. Il fine era quello di ampliare la clientela, rivolgendoci anche a fasce d’età più giovani. Negli ultimi anni della gestione di mia madre, infatti, i suoi clienti appartenevano pressoché alla sua generazione, quindi a una fascia di età più adulta. Noi avevamo il bisogno di includere anche generazioni più vicine a noi. Questo significava rinnovare l’inventario. Dal 2007 abbiamo poi cercato di varcare anche i confini geografici con gli acquisti online e spedizioni su tutto il territorio nazionale. Perché alla fine ogni negozio è l’incontro tra la personalità di chi lo gestisce e i destinatari a cui si rivolge. Con il passaggio del testimone erano cambiati entrambi gli elementi.

Com’è cambiato il contesto della moda dai vostri esordi a oggi? Qual è il segreto di un’attività tanto longeva? Cosa distingue Universal Shop dagli altri?

La moda è lo specchio della società, per cui è in continua evoluzione. Quando si ha a che fare con essa, occorre seguirla e aggiornarsi continuamente. Un’attività come la nostra ha buoni risultati quando è capace di rinnovarsi, includere nuovi brand, anche rinnovare il design estetico dei negozi stessi, in modo da accontentare la richiesta. Nello stesso tempo, però, è giusto rispettare la propria personalità, dare un tocco di unicità al negozio, in modo da distinguerlo da altri. Nel nostro caso, uno dei punti forti è la sincerità. Non siamo solo venditori, ma piuttosto dei personal shopper. Cerchiamo di essere elastici con la volontà del cliente, ma interveniamo con il nostro occhio esperto per spiegare quali capi, stili e colori sono più adatti alle diverse persone. Infatti, quando un capo veste alla perfezione, esso suscita la curiosità degli altri che immancabilmente chiederanno “Dove hai acquistato quel vestito?”. Un passaparola intelligente, che porta all’acquisizione di nuovi clienti e all’instaurarsi di un rapporto di fiducia con quelli preesistenti.

La pandemia e i lockdown hanno messo a dura prova l’industria della moda. Il 2020, però, ci ha dato un prezioso insegnamento, ovvero che tecnologia e creatività ci danno gli strumenti necessari per reinventarci e superare le avversità con stile.

Proprio in questo periodo, voi avete deciso di avviare un nuovo progetto commerciale: una piattaforma online di e-commerce. Come cambia il vostro approccio online?

Pandemia e lockdown hanno sicuramente messo a dura prova l’intera industria e siamo consapevoli che la completa ripresa richiederà molto tempo. Cristian aveva già iniziato, nel suo piccolo, la vendita online nel 2007 e già allora avevamo ottenuto risultati soddisfacenti. Nel 2020 il progetto e-commerce ha avuto una svolta, diventando più ambizioso. Abbiamo rinnovato il sito, avvalendoci della collaborazione di diverse figure professionali. La concorrenza online è spietata e ci sono grandi piattaforme, come Amazon, con cui è difficile competere. Tuttavia, l’accessibilità online accresce inevitabilmente il bacino di utenza, e di conseguenza le vendite. Se nei negozi seguiamo il cliente di persona nella sua esperienza di shopping, online lo indirizziamo verso i nostri capi. Abbiamo instaurato una homepage che mette in evidenza i trend mensili e inserito un blog per raccontare la moda secondo il nostro punto di vista. In questo modo cerchiamo di creare un rapporto umano anche con gli utenti “digitali” più lontani.

Secondo voi, quali sono i 3 must-have del guardaroba femminile? E quelli del guardaroba maschile?

Non è facile rispondere a una domanda così specifica. Per ogni stagione si potrebbero individuare must-have diversi. Se dovessimo limitarci a una scelta di tre capi, sceglieremmo per la donna un jeans, un blazer nero o blu e un tubino nero. Il tubino nero, in particolare, non dovrebbe mai mancare nel guardaroba femminile. Per l’uomo, invece, i tre must-have sono una camicia bianca, un jeans e una sneaker bianca, che negli ultimi anni è diventata la regina delle calzature maschili.

Intervista di Debora Lupi      

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