La Storia dei Blue Jeans e del Denim

Storia del Jeans Universal Shop

Tutti abbiamo, o abbiamo avuto, almeno un paio di jeans nell’armadio. Parliamo di un capo che ha conquistato persone di tutto il mondo, di ogni età, sesso, etnia, professione e classe sociale.


Così semplici, incredibilmente versatili e pratici, li abbiamo visti sulle passerelle più glamour, al cinema, in città. Ma la loro origine affonda le radici nel XV secolo.

Vorrei aver inventato i blue jeans: la cosa più spettacolare, più pratica, più comoda e disinvolta. Hanno espressione, modestia, sex appeal, semplicità. Tutto ciò che desidero per i miei vestiti”. Yves Saint Laurent non nasconde l’invidia nei confronti di Levi Strauss. D'altronde, di sicuro non è l’unico a pensarla in questo modo.

Perché ammettiamolo: tutti abbiamo, o abbiamo avuto, almeno un paio di jeans nell’armadio. Parliamo di un capo che ha conquistato persone di tutto il mondo, di ogni età, sesso, etnia, professione e classe sociale. Così semplici, incredibilmente versatili e pratici, li abbiamo visti sulle passerelle più glamour, al cinema, in città.

Tuttavia, prima delle modelle, prima delle celebrities, prima degli adolescenti, a fare uso del denim erano state due categorie meno interessate alla moda: pescatori e minatori. I jeans sono una vera e propria leggenda non solo nel fashion system, ma anche nella società. La loro è una storia di viaggi e di idee vincenti, che affonda le radici in un passato lontano.

La Serge de Nimes e il Blue de Genes

Per raccontare le origini del denim, dobbiamo tornare indietro nel XV secolo. In questo periodo, infatti, comincia a circolare in Europa un tipo di tela molto resistente, il fustagno blu, tinto con il guado. Il fustagno, prettamente utilizzato sulle navi per coprire le merci, viene originariamente prodotto presso Chieri, in provincia di Torino. Ben presto, però, la città piemontese perde il suo primato nella manifattura di fustagno, superata dalla città francese di Nîmes. Proprio per tale motivo, il fustagno blu acquista il nome di etim(tela di Nimes). De Nîmes.

Suona familiare? Proprio da qui arriva l’etimologia della parola denim, che in effetti è la forma evoluta del fustagno di quell'epoca. La particolarità del denim rispetto al suo tessuto antenato è che trama e ordito sono tinti in due diversi colori, ovvero bianco e indaco.

La tela di Nimes è richiestissima, soprattutto in Inghilterra. Numerose spedizioni partono dal porto di Genova. Addirittura, i pescatori della città cominciano a utilizzare questo fustagno per confezionare abiti da lavoro. Il blu diventa presto il colore predominante a Genova, tanto da far guadagnare alla nuance di questo tessuto il nome blue de Genes, da cui poi blue jeans. Nei secoli successivi, il denim conosce un forte incremento nella sua diffusione. Il motivo è semplice: il prezzo del cotone scende. Molto economico è anche il colore indaco, il quale, vista la tendenza allo scolorimento, non è richiesto da altri mercati di tessuti.

La nascita dei jeans Levi’s

Ben presto questo tessuto supera i confini europei e approda in America. Qui viene utilizzato prettamente da minatori e operai, sempre alla ricerca di un materiale resistente ma economico che sia adeguato al loro lavoro prettamente fisico. Nonostante la buona tenuta del denim, i pantaloni dei lavoratori si lacerano continuamente. Nel 1873, Jacob W. Davis, un sarto del Nevada, confeziona dei pantaloni in denim richiestogli dalla moglie di un taglialegna. Il sarto, però, ha un’idea: inserisce in alcuni dai punti più critici (come le tasche) dei rivetti di rame. La sua visione è vincente: i pantaloni non si disintegrano come prima. La voce circola e le richieste aumentano. A questo punto Jacob deve rivolgersi a un mercante più grande che lo possa finanziare e che sia in grado di gestire la grande domanda. Questo mercante è Levi Strauss. Levis Strauss e Jacob W.Davis si accordano sulla produzione di questo capo e ne ottengono il brevetto. Di seguito avviano una filiera produttiva a San Francisco. L’azienda è quella della Levi’s. Il resto è storia.

L’ingresso dei jeans nella moda

Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i pantaloni confezionati dalla Levi’s sono considerati esclusivamente indumenti da lavoro e utilizzati da minatori, meccanici, contadini, taglialegna e soldati. Dopo il conflitto, però, le cose cambiano. Gradualmente, i jeans (acquisiscono questo nome negli anni ’60) cominciano a essere indossati anche nel tempo libero e acquistano una notevole popolarità, specie dopo il loro ingresso nel mondo del cinema. Come spesso succede, gli spettatori subiscono il fascino dello stile dei personaggi del grande schermo. Grazie a celebrities come James Dean e Marlon Brando, ma anche a musicisti quali Bob Dylan e Elvis, i jeans diventano l’icona del bello e ribelle e vengono sempre più apprezzati dai giovani di tutto il mondo, intenti ad assomigliare ai loro idoli. Nel corso degli anni Sessanta, i jeans diventano i pantaloni della contestazione e sono amatissimi dagli hipster. Negli anni Settanta, finalmente, i jeans fanno il loro ingresso nel mondo delle passerelle, per non uscirne più.

Tratti caratteristici dei jeans

Quali sono i tratti caratteristici dei jeans?
Per essere chiamato tale, un pantalone deve necessariamente avere le seguenti caratteristiche: il tessuto utilizzato è ovviamente il denim; il modello è a cinque tasche; sul fronte vi sono zip e bottone di metallo; sulle congiunzioni attorno alle tasche ci sono i rivetti di rame; l’etichetta è esposta solitamente sulla parte posteriore in alto a destra.

Jeans Made in Italy: Roy Roger’s e Dondup

Il re indiscusso del denim, in Italia, è senza dubbio il marchio Roy Roger’s. Con quasi settant’anni di storia (l’azienda nasce nel 1952), Roy Roger’s è una garanzia per tutti gli amanti di questo tessuto. Il denim, versatile e sempre trendy, riesce a mescolare vintage e avanguardia. I capi Roy Roger’s sono di altissima qualità grazie alle accortezze tecniche e all'attenzione ai dettagli. È un evergreen di stile, un mito americano a cui però si aggiunge l’eccellenza del Made in Italy.

Più recentemente, però, un altro brand italiano si è fatto strada nella produzione di capi in denim: parliamo del marchio di abbigliamento Dondup. L’azienda, di origine marchigiana, nasce nel 1999 e prende il nome da un Dalai Lama tibetano. Oggi è un brand amatissimo dai giovani per lo stile casual ma raffinato e per l’alta qualità dei propri capi.

Di Debora Lupi


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