Stampa Animalier: storia dalle origini a oggi

La stampa animalier è una tendenza che non passa mai di moda. Stagione dopo stagione, in inverno o in estate, l’animal print è sempre attuale.

La stampa animalier è una tendenza che non passa mai di moda. Stagione dopo stagione, in inverno o in estate, l’animal print è sempre attuale. Sebbene l’estrosità di questo tessuto generi reazioni contrastanti, il mondo della moda sembra non stancarsi mai di proporre pattern maculati, reinterpretandoli creativamente di anno in anno. Un successo che potremmo in qualche modo condurre al grande interesse dell’uomo per il mondo animale, così esotico, affascinante e libero dalle nostre regole sociali. In effetti la storia dell’animalier affonda le sue radici in un passato lontano e va ben oltre l’idea un po’ approssimativa di abbigliamento selvaggio e sensuale, adatto alla femme fatale. Allora ripercorriamo la storia della stampa animalier, dalle origini a oggi.

Stampa Animalier: uno sguardo al passato

Pellicce di animali sono state utilizzate come indumenti sin dalla preistoria. È vero che allora tale pratica era più una necessità che abbigliamento in sé. I primi uomini hanno utilizzato pellicce con il duplice scopo di proteggersi dal freddo e di camuffare le proprie sembianze e odore durante la caccia. Più tardi, si è cominciata a diffondere l’idea che indossando la pelle di un determinato animale conferisse all’uomo le virtù a quello associate.

Nell’iconografia classica, ad esempio, Ercole veniva raffigurato con una pelliccia di leone addosso. Al tempo degli antichi Greci e Romani, il vello degli animali assume connotazioni estetiche e decorative, specialmente tra le famiglie più agiate. Nell’Antico Egitto i felini venivano considerati animali sacri. In particolare la pelliccia di leopardo veniva considerata estremamente esclusiva e pregiata, quindi connessa a un alto status sociale e alla nobiltà. Durante la diffusione del Cristianesimo la situazione cambia. Pellicce e stampe maculate cominciano a essere bannate e condannate in quanto evocatrici di lussuria. In effetti, questo aspetto non è ancora del tutto superato.

Tra il Seicento e il Settecento, la stampa animalier (specialmente la pelle di leopardo) fa il suo ingresso nelle corti europee, a testimonianza di una nuova e riscoperta passione per l’esotico. Molto spesso viene utilizzato nella ritrattistica maschile: manti leopardati coprivano valorosi uomini in armatura, come simbolo di coraggio e fierezza. Nel Novecento il maculato comincia a farsi strada tra le dive di Hollywood. Proprio questa connessione con il mondo del cinema riporta in voga la connessione del pattern animalier con uno stile di vita stravagante ed eccentrico.

Bettie Page: image from WikipediaNegli anni Quaranta è la modella Bettie Page, sensualissima pin up, a indossare in ripetuti servizi bikini leopardati e tigrati, incarnando più che mai l’idea di donna predatrice.

Stampa Animalier: da Christian Dior alle rockstar degli anni 70/80

Ma è nel 1947 che l’animalier viene consacrato nel mondo della moda. Lo stilista Christian Dior, infatti, affascinato da questo motivo stampato, crea per la sua collezione primavera/estate abiti in chiffon, cappellini e soprabiti con stampe leopardate. Dior eleva lo status di questo pattern che comincia a essere considerato chic ed elegante. Eppure, parallelamente, la pelliccia di leopardo continua ad essere associata a un’idea di lusso, ricchezza ed esclusività.

 

Jackie Kennedy Animalier Persino Jackie Kennedy indossa come first lady un coordinato di pelliccia e cappellino in stampa leopardata. Un vero e proprio cambio di rotta avviane negli anni Settanta, quando il leopardo diventa specie a rischio di estinzione. Ma se le pellicce diventano demodé, le stampe animalier continuano a popolare le passerelle (e non solo), riacquisendo più che mai la sua essenza trasgressiva. Stavolta non sono solo le dive Hollywoodiane a indossare queste stampe.

Con una riscoperta valenza dionisiaca, sono le Rockstar a sfoggiare i più stravaganti abiti maculati, tigrati e zebrati. Donne e uomini. Così la stampa animalier si colora di rock’n’pop e diventa estremamente popolare grazie ad artisti come Madonna o Debbie Harry.

Stampa Animalier oggi

Ciò che emerge da questo breve excursus è che il bagaglio storico e culturale della stampa animalier è tutt'altro che banale. In generale, tutti quei pattern di matrice animale, quali il leopardato, il tigrato, il pitonato o lo zebrato, hanno un appeal eccentrico e grintoso. Gli stilisti hanno reinterpretato l’animalier nelle versioni più disparate, talvolta in maniera più raffinata ed elegante, talaltra più trasgressiva e sensuale. Una cosa è certa: chi indossa tessuti maculati, che siano abiti, soprabiti, scarpe o accessori, non passa di certo inosservato. Per questo l’animalier resta ancora oggi una stampa adatta a chi non ha paura di attirare l’attenzione. Anche in piccole dosi, rende un outfit deliziosamente audace.

di Debora Lupi

 

 


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