Pronta per tornare a lavoro? 5 consigli utili per un look perfetto!
Come ci si deve vestire lavoro? Qual è il look di una donna in carriera? Perché bisogna ancora fare attenzione a cosa indossare in ufficio, anche se ormai è richiesto un abbigliamento casual?
Una verità indiscutibile e amara nel mondo del lavoro (e non solo) è che l’apparenza conta. In molti contesteranno questa affermazione. Oggi le cose sono diverse: si guarda principalmente alla sostanza. E questo è vero, in parte. Negli ultimi anni, le grandi aziende americane (prendi Google o Facebook), ma anche startup minori, hanno abbandonato la divisa formale da lavoro. Le regole dell’abbigliamento in ufficio sono diventate più flessibili e abiti e tailleur noiosi hanno dato spazio a un più personalizzato look smart-casual. Eppure, presentarsi in ufficio con un look del tutto fuori luogo, può essere un errore fatale. Gli “altri” ti osservano e il tuo look è il tuo biglietto da visita, l’espressione estetica della tua personalità. Se il tuo look stona con il resto dell’azienda, sarai additato come il diverso, l’outsider. Sarai giudicato per la tua apparenza.
Quanti di voi hanno visto il film Il diavolo veste Prada? Probabilmente molti. In sintesi, raccontala storia di Andrea Sachs, neolaureata e aspirante giornalista, la quale viene inaspettatamente assunta come assistente di Miranda Priestly, famigerata editrice di un magazine di moda di fama mondiale. Sebbene molto intelligente e preparata, Andy ha uno stile piuttosto sciatto e non è interessata al suo abbigliamento. In fondo, è la sostanza che conta, giusto? Eppure è proprio quel suo look trasandato a renderla lo zimbello dell’ufficio. Vi risparmio i dettagli della trama, ma voglio concentrarmi sul punto di svolta della vicenda. Andy si rende finalmente conto che per sopravvivere in quell’ambiente è necessario adattarsi alle sue regole e, soprattutto, al suo dress code. Con qualche aiuto, finalmente trasforma il suo guardaroba. Cambiano non solo il look, ma anche il suo atteggiamento e la sua autostima. Da questa metamorfosi conseguono l’ammirazione dei colleghi, prima, e della stessa Miranda, poi. Dall’uscita del film sono trascorsi 15 anni, ma le cose non sono molto cambiate. Un look vincente riesce ancora a influenzare positivamente la tua carriera.
Ma come ci si deve vestire a lavoro? Qual è il look di una donna in carriera? Perché bisogna ancora fare attenzione a cosa indossare in ufficio, anche se ormai è richiesto un abbigliamento casual?
Rispondere a queste domande è tutt’altro che facile. Come abbiamo visto, infatti, oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, non esistono più norme precise sulle divise da lavoro. Siamo tutti lasciati liberi, o allo sbaraglio se preferite. Tuttavia, ci sono alcune regole non dette ma sempre valide che potrebbero di certo aiutare.
Le regole per vestirsi bene a lavoro
1.I dipendenti di un’azienda devono anche esserne l’immagine. L’unico modo per farlo in maniera adeguata è quello di conoscerla, osservarla, studiarla, così da capire e comunicare al meglio i suoi valori.
2.Un evergreen tra le regole-non-dette nella società moderna è quello di mantenere un alto livello di igiene. Gli abiti che si indossano, specie a lavoro, devono sempre essere puliti e non sgualciti. Cattivo odore, macchie e fessure sono un terribile biglietto da visita.
3.Bisogna sempre avere nel guardaroba i capi must dell’ufficio, i migliori alleati in situazioni scomode. Ci riferiamo a capi come il blazer, la camicia bianca, la pencil skirt e la scarpa decolté con tacco medio alto. I colori su cui puntare? Nero e blu.
4.È inoltre importante evitare capi troppo colorati (a meno che non si lavori in un ambiente molto creativo), pattern eccentrici, accessori e gioielli oversize e tute da ginnastica.
5.Tenete sempre in mente la vostra agenda. Se c’è una riunione, bisogna puntare su un look più elegante. Se sono previsti degli spostamenti, è bene indossare abiti smart ma confortevoli.
Perché vestirsi bene a lavoro
Ricerche statistiche dimostrano come avere un abbigliamento appropriato abbia delle conseguenze importanti nella nostra carriera, nei rapporti con i capi, con i colleghi, ma anche con se stessi. Innanzitutto, un buon outfit è un ottimo biglietto da visita a un colloquio e aumenta le possibilità di essere assunto o di ottenere una promozione. Secondo uno studio della Kellogg School of Management della North Western University, quello che indossiamo ha un’influenza sul nostro processo psicologico e su quello altrui. Un abito può accrescere l’autostima di chi lo indossa, e questo migliora le sue performance lavorative, scatenando anche delle reazioni sociali ed emotive negli altri. Vestirsi bene a lavoro è inoltre fondamentale per rappresentare al meglio la propria azienda con clienti o competitor esterni. Il buon esito di alcune trattative dipende anche dall’atteggiamento e dall’immagine del moderatore.
L’importanza del proprio abbigliamento nell’ambiente di lavoro è dunque indiscutibile. Gli abiti, l’odore, il tono di voce, il portamento... sono tutti elementi non verbali che ci definiscono molto più delle parole. Questi elementi sono l’interfaccia che usiamo con il mondo esterno, il mezzo con cui ci presentiamo e comunichiamo agli altri. Siete ancora sicuri che l’apparenza non conti? Se lo ha capito Andrea Sachs, forse dovreste ripensarci anche voi.
Di Debora Lupi
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